BATTAMBANG: IL SEQUESTRO
Arriviamo a Battambang che è ancora mattina.
Siamo saliti al volo su un autobus che partiva da Kampong Chhnang, zaini sulle spalle e in mano un panino dolce al cocco e un caffè freddo.
In meno di 3 ore, passate attraversando distese di campi di riso, su un autobus che dondolava e cigolava, arriviamo alla stazione degli autobus di Battambang.
Neanche il tempo di scendere le 3 scalette del bus che veniamo assaliti dai guidatori di tuk tuk.
Ci urlano, ci accerchiano, cercano di prenderci lo zaino per caricarlo sul loro potente mezzo.
Dopo tutti questi mesi, ormai siamo preparati a queste situazioni, quindi manteniamo la calma e prendiamo il telefono.
Guardiamo la mappa ed è a 4 km dalla nostra guesthouse…per fortuna ieri ci hanno avvertito con una mail che sarebbero venuti a prenderci gratis.
Chiamiamo il numero nella mail, “10 minuti e siamo lì” ci dicono, mentre in sottofondo gli autisti di tuk-tuk non vogliono arrendersi.
Aspettiamo 10 minuti e vediamo arrivare un signore sulla sessantina che convinto ci guarda e dice il nome del nostro hotel.
Saliamo sul tuk tuk e neanche il tempo di partire inizia a fare discorsi un po’ “sospetti”. Ci parla di un’altra guesthouse e del fatto che il giorno dopo avremmo fatto un tour con lui delle principali attrazioni.
Noi??? Un tour?? Con un budget di 10 euro a testa al giorno???
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Il tempo di realizzare che quello non è il pick up dell’hotel, che accanto a noi vediamo avvicinarsi un altro signore in tuk tuk che ci sventola un cartello con scritto il nome di Angela.
Urliamo al “sequestratore” di fermarsi e farci scendere e ci fiondiamo sull’altro tuk tuk, quello che davvero aveva mandato la nostra guesthouse.
E mentre il tuk tuk, quello vero, sfreccia sulle strade di Battambang ci facciamo due risate… ci eravamo cascati come delle pere cotte!
Forse per rincuorarci, il nostro “salvatore” decide di raccontarci la leggenda di Battambang e in un attimo ci fa dimenticare l’arrivo turbolento in città.
BATTAMBANG: LA LEGGENDA
C’era una volta un contadino, che viveva nelle campagne della Cambogia.
Un giorno, mentre radunava il suo bestiame, trovò per terra un bastone e si accorse che aveva un potere speciale. Doveva solo gettare il bastone nella direzione del suo bestiame per controllarne i movimenti.
Capite le potenzialità di questo bastone magico, l’uomo si convinse che poteva diventare re. Grazie ai poteri del bastone, cacciò l’allora monarca e ne usurpò il trono.
Il principe, il figlio del re deposto, riuscì a scappare e si ritirò nei boschi, iniziando una vita da monaco.
Una notte, il nuovo re insediatosi grazie al bastone magico, fece un sogno.
Il suo regno sarebbe durato non più di sette anni, sette mesi e sette giorni, e un uomo religioso che cavalcava uno stallone bianco, avrebbe preso il suo posto.
Ovviamente preoccupato per il suo futuro, il re decise di chiamare a corte tutti i monaci con l’intento di ucciderli.
Anche il principe, in quanto monaco, ricevette l’ordine di presentarsi alla Corte del re. Così si mise in cammino per incontrare il sovrano, ma mentre viaggiava verso la capitale incontrò un eremita, che insistette affinché usasse il suo cavallo bianco.
Il principe accettò il dono, ma presto si accorse che quel cavallo era magico e poteva volare.
Quando il re vide arrivare il monaco con il suo destriero bianco alato, capì che si stava avverando quanto predetto nel sogno.
Così, nel tentativo di uccidere il principe, gli lanciò il suo bastone magico, senza però riuscire a colpirlo.
Capendo di non avere alcuna possibilità di vittoria, il re scappo e il regno tornò nelle mani del suo legittimo erede.
Il bastone magico non fu più ritrovato, ma si dice che sia atterrato sulla riva del fiume dove poi sorse la città di Battambang, il cui nome significa appunto “bastone perduto”.
Già la leggenda era bastata per affascinarci, ma scoprendo Battambang ci siamo imbattuti in luoghi davvero particolari.
4 hanno attirato la nostra attenzione per la loro storia affascinante e li raccontiamo qui…
COSA VEDERE A BATTAMBANG: IL TEMPIO PRIGIONE DI SAMRONG KNONG (ingresso gratuito)
Si tratta del tempio più antico di Battambang. Costruito nel 1707 utilizzando elefanti per appiattire il terreno e gettare le fondamenta, è divenuto tristemente famoso perché trasformato in luogo di prigionia e tortura da parte dei Khmer Rossi.
Mette i brividi pensare che all’interno di un tempio, decorato con legno intagliato e dipinti, siano avvenute tremende torture.
Pare che in questa zona siano state uccise più di 10.000 persone durante il regime di Pol Pot (i dati non sono certi).
Alcuni degli scheletri sono conservati nel monumento costruito vicino al tempio e chiamato Well of Shadows, sul quale sono incise immagini che mostrano le tecniche di tortura utilizzate: serpenti velenosi, foglie di palma affilate per tagliare le gole e persino cannibalismo.
COSA VEDERE A BATTAMBANG: LE KILLING CAVES E LE GROTTE DEI PIPISTRELLI (2 $)
Altro luogo che davvero fa rabbrividire è Phnom Sampeau. Qui si possono visitare le grotte in cui venivano gettati i corpi durante il regime di Pol Pot. Fa davvero accapponare la pelle scendere quei gradini, tra l’umidità della grotta e la luce soffusa. Per fortuna ci sono i bambini che con le loro risate, alleggeriscono l’aria.
Sempre nello stesso luogo, la sera, si può assistere allo spettacolo naturale dei pipistrelli che ogni giorno alla stessa ora lasciano la grotta.
COSA VEDERE A BATTAMBANG: IL BANAN TEMPLE E I 358 SCALINI (2$)
Poco distante dalle Killing Caves, si trova invece, un’oasi di serinità e pace.
Si tratta del Banan Temple.
Noi già dal nome eravamo convinti e per fortuna non ci siamo fatti scoraggiare dalla scalinata! 358 ripidissimi gradini che conducono a dei templi in rovina, immersi tra la fitta vegetazione.
Un luogo davvero da film!
COSA VEDERE A BATTAMBANG: IL TEMPIO DI EK PHNOM (1$)
Un enorme statua del Buddha, una rovina khmer e un nuovo tempio pieno di dipinti.
Questi sono i 3 motivi fondamentali per cui abbiamo amato questo luogo a pochi km da Battambang. Aggiungiamoci poi che esplorare la rovina, salire sulle enormi pietre e ammirare gli intagli, ci ha fatto sentire un po’ come Lara Croft!
“It’s unbelievable” per citare una turista francese estasiata che abbiamo incontrato in questo tempio!