Quando si viaggia senza organizzare troppo, spesso si possono incontrare piccoli ostacoli.
Il pullman che non ne vuol sapere di partire, la mucca per strada che non ne vuol sapere si spostarsi, uno sciopero selvaggio che blocca un intero Paese ecc ecc..
Stavolta la grande “disturbatrice” è stata la nebbia.
Ma andiamo per gradi.
Partiamo di buon’ora in una giornata di Maggio da Quito, destinazione Zumbahua. L’obiettivo della giornata è vedere una delle meraviglie dell’Ecuador: il cratere di Quilotoa.
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Ci avevano detto di quanto fossero lunghi i viaggi in Ecuador, ma finchè non lo vivi sulla tua pelle…
Dopo un cambio, nel tardo pomeriggio arriviamo a Zumbahua, un paesino di poche centinaia (o decine?) di anime disperso tra le montagne dell’Ecuador.
Per dormire e lasciare gli zaini scegliamo l’Hostal Còndor Matzi che ci conquista per la posizione (nella piazza centrale) e la gentilezza della famiglia che lo gestisce.
Riprendiamo il bus e finalmente l’attesa è finita… è ora di vedere uno spettacolo della natura!
Dopo una strada a curve tra paesaggi da togliere il fiato, arriviamo all’entrata del breve sentiero per il cratere.
La fitta nebbia e la pioggerellina non promettono nulla di buono ma non ci lasciamo scoraggiare: vedrai che arrivati lì si vedrà meglio, pensiamo!
Eh invece niente, arriviamo al punto panoramico e le nuvole, miste a nebbia rendono impossibile la vista del cratere. Chiediamo ad una signora che accompagna i turisti a bordo di muli per la faticosa risalita dal Quilotoa e ci conferma che anche scendendo: no se puede mirar nada! (non si vede nulla!)
Mogi mogi e inzuppati torniamo a Zumbahua. I piccoli ristoranti nel frattempo hanno chiuso, quindi ci prendiamo due gustosi salchipapa (patatine fritte e salsiccia) a 1$ ciascuno e ci mettiamo a letto sotto le calde coperte di lana dell’hostal.
La mattina dopo siamo carichissimi. Di nuovo pulmino, breve camminata al punto panoramico ed eccolo lì lo spettacolo… ah no, c’è ancora la nebbia!! 🙁
Il ragazzo all’ingresso però ci dice che il vento farà alzare la foschia e quindi si riuscirà a vedere qualcosa!
Siamo elettrizzati all’idea che dietro quel biancore si nasconda un magnifico lago. Quindi, accompagnati da un piccolo cagnolino rinominato Skaty, iniziamo a discendere e a poco a poco davanti ai nostri occhi uno spettacolo magnifico: ne è valsa davvero la pena fare un secondo tentativo!
Come diceva Oscar Wilde: “È l’incertezza che affascina. La nebbia rende le cose meravigliose.”!