Vietnam sconosciuto: nel Sud, a pochi chilometri dalla costa vietnamita c’è una piccola isoletta chiamata Dao Hai Tac – l’isola dei pirati.
Se già il nome potrebbe bastare per meritarsi una visita, il fatto che sia facile da raggiungere e ancora poco frequentata dal turismo straniero, la rendono un vero e proprio gioiello.
Molto meno conosciuta della vicina Phu Quoc, può essere una valida alternativa per chi ha poco tempo o un basso budget.
Nel nostro viaggio a tempo indeterminato abbiamo deciso di farci un salto.
Ecco tutte le informazioni su quest’isola e il nostro racconto.
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VIETNAM SCONOSCIUTO HAI TAC – L’ISOLA DEI PIRATI: PERCHÉ HA QUESTO NOME?
Iniziamo con il dire che noi già leggendo il nome ci eravamo convinti ad andare a vedere cosa ci fosse su questa isoletta in mezzo al mare.
“Hai Tac” significa infatti pirati, “Dao” isola.
In realtà il nome si riferisce a un insieme di isolette, ma quella più grande e abitata è Thien Hai che è quindi anche conosciuta come Isola dei pirati!
In passato le isole dell’arcipelago venivano utilizzate dai pirati della zona come punto di appoggio per dominare e controllare i mari.
Da qui, infatti, potevano attaccare e saccheggiare la barche di passaggio sulla rotta Asia-Europa.
Oggi sull’isola i pirati non ci sono più, ma resta comunque un’affascinante leggenda legata al loro passaggio.
Si dice infatti che, da qualche parte sull’isola, gli uomini con la benda sull’occhio e le bandiere con i teschi (ok questa descrizione è un po’ fantasiosa!) abbiano sepolto un tesoro, il bottino delle loro scorribande.
I miti e le leggende in questa parte di mondo sono presi seriamente.
E così negli anni ‘80 l’isola è stata letteralmente presa d’assalto da persone munite di metal detector alla ricerca dei dobloni d’oro.
Non sembra una storia affascinante di quelle che si leggono nei libri di favole??
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VIETNAM SCONOSCIUTO HAI TAC – L’ISOLA DEI PIRATI: COSA VEDERE?
L’isola è davvero molto piccola. C’è un’unica strada che fa tutto il giro ed è lunga 7 km.
Appena sbarcati dal traghetto, se ci si dirige alla sinistra del porto si trova il villaggio.
Continuando, la strada costeggia il mare e si arriva a una spiaggia con qualche capanna che fa da ristorantino o da caffè.
Si tratta di Bai Bac, un’insenatura con acque calme e pulite, dove godersi un po’ di ombra sotto le palme.
Più che per le cose da vedere, secondo noi vale la pena visitare Dao Hai Tac per la possibilità di osservare da vicino la vita dei pescatori di questa zona.
Dormire in baracche di lamiera, con l’elettricità solo 3 ore al giorno (dalle 18 alle 21), soprattutto quando ci sono i monsoni, non è per niente facile.
Ma le persone sono sorridenti, scherzano, sono accoglienti e genuinamente curiose.
La vita al villaggio segue i ritmi del sole e del mare: ci si sveglia alle 4 e si vive all’aperto fino alle 20, quando ognuno torna a casa per sfruttare l’ultima ora di corrente elettrica e guardare la tv.
Le amache sono ovunque… quindi una delle cose assolutamente da fare è sdraiarsi su un’amaca vista mare e lasciarsi dondolare.
VIETNAM SCONOSCIUTO HAI TAC – L’ISOLA DEI PIRATI: DOVE DORMIRE E MANGIARE
Quest’isola è molto spartana. Quando la si visita si deve andare preparati ed adattarsi.
Pochi hanno il generatore e per quasi tutti l’elettricità è solo dalle 18 alle 21.
Non c’è acqua corrente ma si usano dei bidoni che raccolgono acqua piovana.
Non ci sono hotel o ristoranti e bar come li intendiamo noi.
Le opzioni per dormire vanno dall’amaca all’aperto (consigliata solo se il tempo è bello, ma attenzione alle zanzare!) al materasso sul pavimento delle guesthouse.
Il costo per una camera è di 150/200.000 dong.
Per mangiare, sull’isola ci sono diversi ristorantini locali che preparano zuppe di carne, noodles o l’immancabile Lau, la hotpot con il pesce del giorno, tanto amata dai vietnamiti.
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VIETNAM SCONOSCIUTO HAI TAC – L’ISOLA DEI PIRATI: COME RAGGIUNGERLA?
Solo a partire dall’Aprile 2018, l’isola è stata aperta al turismo straniero.
Per raggiungerla è necessario recarsi al porto di Ha Tien (stesso porto dei traghetti per Phu Quoc).
Le barche partono ogni giorno alle 8:00 – 08:30 e 13:45.
Il costo del biglietto è 50.000 dong a tratta e la navigazione dura circa 1 ora e mezza.
Per tornare da Hai Tac, gli orari sono 08:45 e 14:30.
VIETNAM SCONOSCIUTO HAI TAC – L’ISOLA DEI PIRATI: IL NOSTRO RACCONTO
SIAMO DIVENTATI RICCHI
“Poco lontano dalle coste del Vietnam c’è Dao Hai Tac, l’isola dei pirati…andiamo???”
“Ok, è il sogno di ogni bambino, andiamo!”
“Anche di ogni donna che ha visto Johnny Depp in Pirati dei Caraibi… è deciso, si va!”
Due giorni dopo, alle 8:30 siamo già sulla barca.
Siamo gli unici stranieri a bordo.
Ci sediamo sul tetto, vento tra i capelli e timido sole in faccia.
Nel viaggio incrociamo altri traghetti, ci notano e ci urlano “Hello”!!
Ed eccola all’orizzonte, l’Isola dei Pirati.
Ci sono le barche azzurre dei pescatori, gli scogli, le palme da cocco, le case costruite a modi palafitta che guardano il mare…
Rimaniamo in silenzio ad osservarla quasi fosse un miraggio.
C’è chi pensa al tesoro di monete d’oro che leggenda vuole sia sepolto nell’isola.
Chi a Johnny, che se i pirati son tutti così siamo a cavallo!
Ci incamminiamo sull’unica strada che fa tutto il giro dell’isola. Sono solo 7 km e li percorriamo tutti, accompagnati a tratti dal campanello del gelataio in motorino.
Dopo il porto c’è il “centro del paese”: una ventina di edifici in lamiera, tra case, negozietti e locali per mangiare.
Non c’è elettricità e nemmeno l’acqua corrente, ma ci sono le amache… amache ovunque.
Calcolando che gli abitanti sono un centinaio, sembrano essercene almeno 3 a persona.
Hai capito ‘sti pirati?!?
Per ambientarci subito, ci abbandoniamo al dondolio sotto una palma.
Ma mai sottovalutare un’isola in mezzo al mare, soprattutto se ci sono i pirati di mezzo.
Passa qualche minuto e il fresco venticello si trasforma in una tempesta che ribalta i tavolini e shakera le amache.
Il tutto dura pochi minuti, neanche il tempo di andare in panico realizzando che siamo bloccati in mezzo al mare.
Per la prima volta capiamo il vero senso dell’espressione “la quiete dopo la tempesta!”
Abbiamo deciso di passare la notte sull’isola e per dormire scegliamo una stanza in una delle Guesthouse… in realtà si tratta di un materasso sul pavimento, ma data la posizione quei 5 euro li vale tutti.
Dopo pochi minuti tutti sanno di noi.
Le notizie circolano veloci quando si è così in pochi!
E così ci troviamo a mangiare noodles e involtini primavera dal dirimpettaio.
Beviamo caffè dalla vicina che ci fissa affascinata dal nostro naso e dalla barba di Paolo (altro che Johnny!)
Ci sediamo a un tavolino in mezzo alla strada con circa il 15% degli abitanti dell’isola (15 persone) parlando a gesti e mangiando licis.
Diamo il 5 e ridiamo con i bambini che corrono per la strada… com’è che sono così tanti??
Sarà perché qui la corrente c’è solo 3 ore al giorno e la tv si guarda poco!!!
E la ricerca del forziere dei pirati??
Il tesoro su quest’isola alla fine l’abbiamo trovato.
Non è fatto di monete, dobloni o gioielli preziosi.
È fatto di “Hello” urlati da ogni casa, dei frutti strani che ci hanno regalato, delle risate a crepapelle perché non capivamo una parola…potevamo essere più ricchi di così??